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Affitti turistici e brevi

Le novità da sapere


Nell’ambito del Decreto Anticipi in discussione oggi al Senato, è stato approvato l’emendamento dei relatori che introduce il Codice identificativo nazionale (Cin) per gli affitti turistici o affitti brevi, con sanzioni (fino a 8mila euro) per chi non lo possiede o non lo espone.

Gli affitti brevi sono un mercato in rapida espansione che il governo intende regolamentare. Sebbene l’aumento al 26% della cedolare secca, ad eccezione della prima casa, sarà attuato solo con la Manovra 2024, il Decreto Anticipi introduce nuovi obblighi per i proprietari che affittano ai turisti.

Il mercato degli affitti brevi, secondo Aigab, conta 640mila seconde case inutilizzate attualmente a reddito con affitti brevi, l’1,8% delle case esistenti in Italia; inoltre circa il 96% delle case online appartiene a proprietari singoli.


Il CIN, Codice Identificatiivo Nazionale

In particolare, viene introdotto il Cin, il Codice Identificativo Nazionale per gli affitti turistici, concesso dal Ministero del Turismo. La mancanza di questo codice può comportare sanzioni che vanno da 800 a 8.000 euro, mentre la mancata esposizione del Cin è soggetta a sanzioni che vanno da 500 a 5.000 euro.



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Il CIR, codice identificativo regionale della struttura

Il Cin si aggiunge al CIR, il codice identificativo regionale della struttura, attraverso il quale un proprietario o gestore di case vacanza, b&b o qualsiasi altro affitto breve comunica ufficialmente l’inizio dell’attività al Municipio di competenza, adempiendo a tutti gli obblighi previsti. In linea generale, è buona norma riferirsi semplicemente al “codice identificativo”, in quanto la sigla CIR non viene utilizzata in tutte le regioni.


I requisiti di sicurezza

Viene invece circoscritto, con l’ok ad un subemendamento a prima firma Ronzulli (Fi), l’obbligo di dotare l’immobile affittato dei requisiti di sicurezza come estintori e rilevatori di gas: spetterà solo ai locatori “che gestiscono nelle forme imprenditoriali”.

Per coloro che affittano in forma imprenditoriale, l’omissione della segnalazione certificata di inizio attività (Scia) è punita con una multa che varia da 2.000 a 10.000 euro. Sono previste multe anche per chi non si conforma agli obblighi di sicurezza, con sanzioni che vanno da 600 a 6.000 euro per le unità immobiliari prive di dispositivi di rilevazione del gas e del monossido di carbonio, nonché di estintori portatili.

Nel frattempo, su questa tematica degli affitti brevi, 14 associazioni di categoria, rappresentanti di proprietari, intermediari e gestori professionali (tra cui Confedilizia, Fiaip, Prolocatur, Aigab, Confassociazioni RE, PMI, Rescasa Lombardia, Host + Host, Host Italia, Bre-VE, Myguestfriend, OspitaMI, Abbav e F.A.R.E.), esprimono soddisfazione per l’accoglienza della loro proposta relativa al Cin. Tuttavia, manifestano forte dissenso nei confronti di altre disposizioni ostative che, se adottate, potrebbero scoraggiare gli investimenti immobiliari, specialmente nelle aree interne e nei borghi. Questi investimenti sono finalizzati a un segmento redditizio che, negli ultimi anni, ha giocato un ruolo fondamentale nel rendere dinamico il mercato immobiliare nazionale, apportando benefici evidenti al sistema Paese.


Articolo tratto da Notizie BusinessWeekly

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